13
04
2020

Catuozzo Vs bagnarola

Di Antonio Pellegrino

L’Appennino è un’unità territoriale d’insieme fatto di memorie, di paesi e di boschi diffusi. Le montagne e le colline che si snodano in mezzo al mediterraneo, sono come una madia per impastare il pane, e le persone che le abitano, il lievito che le ha fatte fermentare, arginare, confinare. I luoghi sono così, un insieme di vite e di culture che si animano per riconoscersi, per replicarsi, per relazionarsi. A Calvanico c’è un mio compare che conosce il bosco, la montagna, la madia, e che replica memorie mettendole a lucido come si fa con i bimbi il giorno della festa. Mi ricordo il bagno che mia madre faceva a me e mio fratello nella bagnarola la mattina di San Rocco. L ‘acqua si scaldava sui fornelli, e la plastica allora era solo una comodità estetica e funzionale. Ebbene, quelle mattine uscivamo con i vestiti nuovi e ci presentavamo al paese lindi e pinti. Pure noi eravamo memorie, era scritto nelle nostre facce e nei nostri temperamenti. Oggi la festa di San Rocco è in mezzo a un marasma di dimenticanza e nessuno ripudia le lebbrosità di questa modernità . Ma la memoria, che non é la storia, gioca partite strane, come le micorrize scambia ruoli e posizioni negli alberi genealogici dei nostri paesi. La quercia, il castagno, il carpino, l’acero, il leccio, si scambiano cibo e informazioni attraverso i filamenti sotterranei della più grande forma di vita del pianeta. Così Bosconauta e Baffone, Gherardo e Michele, si scambiano allo stesso modo cibo e informazioni. Il bosco é cibo e informazioni. La memoria torna vivida, linda e pinta, e il catuozzo prende forma come il forno per cuocere il pane. Baffone lo anima con la metafora: le spalle, le costole, il petto, la bocca! Il catuozzo è antropomorfismo prima di essere carbone. Il bosco, prima spogliato e poi rivestito, riassume una forma che sarà energia nera, poi rossa, poi cenere. In questi colori forse l’anima segreta del bosco! L’ energia e la tecnologia sono le vere proprietà indigene, e la memoria e la volontà, sono l’unica possibilità per attivarle. La memoria va lucidata, la volontà praticata. La bagnarola di quando ero piccolo, oggi é diventata un megamiliardo di particelle nel mare, nell’aria, e di certo respiriamo più plastica che fumo di catuozzo. La memoria lucida, viva, linda e pinta é una verità sia per il catuozzo che per la bagnarola, sono entrambi questioni per il futuro. San Rocco intanto arriverà tra un paio di settimane. Arriverà un’ altra festa senza festa in un marasma di feste. Avrei voluto accendere il catuozzo e immaginare che il sole che brucia senza bruciare, fosse qualcosa in più della pirolisi. Forse lo é. Il fuoco senza fuoco del catuozzo è qualcosa in più della scienza e del mercato. La bagnarola è stata una comodità di sola scienza e solo mercato. Perciò Viva il bosco di Calvanico, viva CompaMichele e Baffone, viva Emanuele, viva zipeppe e Italo, viva l’Appennino e la memoria che continua a vivere. Viva, viva, viva ogni memoria che ci ricorda che il bosco si muove sempre e che l’albero, per muoversi, mette le radici. Il catuozzo è la bagnarola sono solo due tecnologie. Una é fatta di uomini e bosco, l’altra di uomini e plastica.

Comment
0

Leave a reply