Claudia Mitidieri

Sono Claudia Mitidieri, dal 2017 sono riuscita ad intrecciare le strade che ho percorso ed è stato finalmente chiaro quanto fosse stato importante assecondare la mia irrequietezza per accogliere esperienze di conoscenza diverse e solo apparentemente paralelle. Le mie attitudini, gli studi, i viaggi, le esperienze lavorative e di volontariato, il Cilento e le sue relazioni, sociali ed istituzionali, sono i mattoncini delle competenze che oggi mi consentono di svolgere un lavoro meraviglioso, che mi rappresenta. Sono Coordinatrice di Progetti di Accoglienza per Richedenti Asilo, Rifugiati e Minori Stranieri non Accompagnati, i più noti ex SPRAR, che in seguito al decreto sicurezza del 2018 hanno
cambiato forma e acronimo e attualmente sono denominati SIPROIMI – Sistemi di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e Minori Stranieri Non Accompagnati.
E’ un’esperienza molto intensa, che ogni giorno misura e sposta i mie limiti e la mia capacità di ESSERCI, nella relazione e nello scambio.

Foto di Paolo Cignini, L’Italia Che Cambia;

Sono socia fondatrice della Cooperativa Sociale Terra di Resilienza e ricordo con grande emozione quando, nel 2012, il progetto prendeva forma mentre esploravamo macchie, boschi e terre incolte, con la guida del socio e compagno Antonio Pellegrino, che io e il caro socio e amico Dario Marino seguivamo ed ascoltavamo con la curiosità e la necessità di riconoscere questa terra.
Ogni terra diventava la nostra scuola di progettazione. Ogni sosta, tempo di condivisione. Eravamo lì e non desideravamo essere altrove. Eravamo lì e volevamo assumere un ruolo determinante per il nostro territorio. Eravamo lì, senza soldi e senza paura. E’ stato un processo di costruzione collettiva molto creativo e faticoso.
Oggi siamo ancora qui, ma siamo in tanti, Terra di Resilienza ha abbracciato tutti i compari e le commari che in questi anni hanno contribuito a costruire un modello di relazione e di produzione basato sulla solidarietà, sul rispetto della fertilità del suolo e sulla valorizzazione della biodiversità del territorio, ogni socio ha il suo percorso, gli obiettivi sono comuni e ci tengono insieme. Nel sentimento che esprime il concetto della Resilienza abbiamo trovato rappresentanza storica e
sociale. Nel 2012 ci sentivamo “emigranti di ritorno” stanchi di subire la crisi economica e la precarizzazione delle nostre vite ed il nostro territorio, con le sue ferite e le opportunità rappresentate dalla bellezza dei luoghi e dall’autenticità delle relazioni, diventava lo spazio e il tempo in cui agire la nostra volonta di riscatto ed autodeterminazione. Oggi sento il valore della Resilienza declinarsi intimamente e concretamente nella capacità di riconoscermi ogni volta che incontro il cambiamento.

Ho seguito la strada che mi ha allontanato dalla partecipazone attiva. Da qualche anno mi occupo prevalentemente della progettazione sociale, dell’amministrazione della società e della gestione delle assemblee dei soci e del consiglio di amministrazione di Terra di Resilienza e sono meno presente nelle attività di produzione e trasformazione della Cooperativa.
Insieme ai miei soci in questi anni ho imparato tanto e ho scoperto quanto è complesso e affascinantante fare agricoltura, quanto possa essere inclusiva l’agricoltura, quanto è importante preservare la nostra terra, quanto il nostro benessere dipenda dalla consapevolezza con la quale ci nutriamo e quanto il nostro territorio abbia bisogno di essere amato e difeso dal coraggio di chi lo
abita. Ed è a chi non ancora consapevolezza del valore della Restanza che dedico questi versi…

 

Hai detto: “Per altre terre andrò, per altro mare.
Altra città, più amabile di questa, dove
ogni mio sforzo è votato al fallimento,
dove il mio cuore come un morto sta sepolto,
ci sarà pure. Fino a quando patirò questa mia inerzia?
Dei lunghi anni, se mi guardo attorno,
della mia vita consumata qui, non vedo
che nere macerie e solitudine e rovina”.
Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove, non sperare,
non c’è nave non c’è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l’hai sciupata su tutta la terra.
“La Città” di Kostantinos Kavafis

 

mitidiericlaudia@gmail.com
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Foto di Carlo Cavaliere, progetto “Diverse – La biodiversità è femmina” promosso da Giovanna Voria e Coordinato da Antonella Petitti, Rosmarinonews;